Il Rifugio deve il suo nome all’originario proprietario, il pittore veneziano Enrico Scarpa ed all’ing. Ohannes Gurekian che qui si conobbero, legati dalla grande passione per la montagna.
Enrico Scarpa (1891-1935), il 12 settembre 1912, rese agibile lo chalet utilizzandolo come studio privato e dedicandolo alla figlia, nata dal matrimonio con la nobildonna Itala Teresa Casari. Alla morte del padre la figlia trasformò lo chalet in un primo rifugio, ristoro, per escursionisti.
L’ing. Gurekian, viceversa, scampato al genocidio degli Armeni, a seguito di un periodo di studio ad Asolo (TV), trovò ospitalità a Frassenè Agordino ed in breve tempo se ne innamorò. Qui vi fondò la prima Pro Loco d’Italia e successivamente divenne presidente della sezione CAI di Agordo progettando le opere alpine ai rifugi Carestiato, Duran nonché la ristrutturazione ed ampliamento del Rifugio Scarpa.
Negli anni sessanta divenne di proprietà della sezione del CAI di Agordo che lo adattò a rifugio a seguito di idonei e successivi interventi di adeguamento ed ampliamento.
1912-2012: I PRIMI CENT’ANNI DEL RIFUGIO SCARPA-GUREKIAN
Con l’inizio del XX° secolo Frassené si propone come centro turistico dell’Agordino: tale sviluppo ruota attorno all’Albergo Venezia, nucleo della ricettività alberghiera locale realizzato nel 1902; tale scenario è confortato da varie iniziative (come la costituzione di un gruppo di guide alpine locali), ma soprattutto da un coraggio imprenditoriale che diventerà una delle principali risorse.
È un momento di grande fervore e di entusiasmo: lo è talmente che un ospite decide di costruire il suo studio proprio in questi luoghi, alla base dell’Agnèr.
Si tratta del pittore Enrico Scarpa (1891-1935), valente artista di Venezia, che concretizzerà questo desiderio il 12 settembre 1912 sul Colle di Lósch con l’inaugurazione del suo rustico atelier ovvero l’“Eremo Rèsele”, dal nome della figlia avuta dal matrimonio con la nobildonna Itala Teresa Casari.
Enrico Scarpa scompare nel 1935, al top dell’espansione turistica locale: da quel momento lo chalet ai piedi dell’Agnèr inizierà un percorso parallelo alle vicende di Frassené, con stagioni di intensa vivacità turistica ed altre meno propizie ma sempre conservando una precisa identità e delle valenze in grado di ammaliare tutti gli escursionisti che giungono lassù. Ieri come oggi.
La storia del Rifugio Enrico Scarpa (cointitolato a Ohannes Gurekian nel 1984), passa per il primo ampliamento, la trasformazioni in rifugio privato degli eredi del capostipite, il collegamento seggioviario con Frassené in occasione dei Giochi Olimpici di Cortina d’Ampezzo (1956), il passaggio alla Sezione Agordina del CAI (1961), il secondo sostanziale ampliamento (1966/67), le belle stagioni del turismo invernale, fino alle prime difficoltà sul finire degli anni ’80 paradossalmente dopo l’ammodernamento dell’impianto di risalita che coincide con una trasformazione del turismo invernale dovuta a modificazioni ambientali sull’intero arco alpino.
Invero, in questi ultimi anni, la Sezione Agordina del CAI ha sempre creduto nelle potenzialità del Rifugio Scarpa-Gurekian, investendo con attenzione tutte le risorse possibili del suo bilancio, oggi come cent’anni fa.
tratto da uno scritto di: Giorgio Fontanive